La memoria di Michele Cianci è ancora viva. Ed a 30 anni dal suo omicidio l’associazione temporanea di scopo ‘Le Terre di Peppino Di Vittorio’, gestore del bene confiscato ‘Michele Cianci’, promuove un momento di riflessione e condivisione in ricordo della vittima innocente di mafia, ucciso la sera del 2 dicembre 1991 per essersi opposto ad un tentativo di rapina.A partire dalle 10 di giovedì 2 dicembre, in via Santa Maria del Carmine 18 – il luogo in cui fu assassinato il giovane commerciante che all’epoca dei fatti aveva solo 43 anni – si vuole fare memoria collettiva attraverso la deposizione di una corona di fiori sul luogo dell’accaduto, insieme alla famiglia e alle istituzioni locali. Nell’occasione, sarà anche donata ai familiari di Michele Cianci la prima bottiglia del vino Igp Puglia ‘Rosso Libero-Michele Cianci’, frutto della raccolta dell’uva che lo scorso mese di settembre ha coinvolto lavoratori provenienti da situazioni di disagio e da percorsi di giustizia riparativa, sul bene intitolato a Michele Cianci, il terreno confiscato alla criminalità e destinato al riuso sociale, gestito dall’ats composta dalle cooperative sociali Altereco (ente capofila), Medtraining ed il centro di servizio al volontariato di Foggia. “Su quel marciapiede il rosso del sangue ha segnato la fine della vita di un uomo buono e onesto, oggi la sua essenza non si è spenta continua ad esistere non solo nei ricordi dei familiari ma in una memoria collettiva che la città si impegna ad onorare.  In questo momento di riflessione verrà donata la bottiglia numero 1 del vino ‘Rosso Libero’ prodotto sui beni a lui intitolati”, spiegano dall’ats ‘Le Terre di Peppino Di Vittorio’.
Dai grappoli raccolti e liberati dalla mafia, già presenti nel terreno al momento della confisca, si vuole ribadire anche attraverso la produzione di ‘Rosso Libero’ che è possibile trasformare un bene confiscato alla mafia in un luogo di legalità, di sviluppo, di lavoro regolare, di antimafia sociale. Un’esperienza di agricoltura sociale ed inserimento lavorativo che punta a favorire una piena inclusione socio-occupazionale delle persone che vengono da situazioni di svantaggio: migranti tolti dalle maglie del caporalato, persone che vengono dal circuito della giustizia riparativa, ex-detenuti.

“Michele Cianci” è un terreno di circa 7 ettari con retrostante casetta colonica siti a Cerignola, in contrada San Giovanni in Zezza, inserito tra i beni acquisiti al patrimonio indisponibile del Comune di Cerignola provenienti da atti di confisca alla criminalità organizzata. Il terreno, dunque, è concesso gratuitamente dalla Commissione Straordinaria del Comune di Cerignola all’ats nell’ambito del progetto denominato “La strada. C’è solo la strada su cui puoi contare”, vincitore dell’avviso della Regione Puglia “Cantieri innovativi di Antimafia Sociale: educazione alla cittadinanza attiva e miglioramento del tessuto urbano”, al fine di consentirne la valorizzazione così come previsto dalla legge 109/96 per il riutilizzo pubblico e sociale dei beni confiscati alle mafie.

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